Sabato 16 giugno - Sosta a Katha


Ci svegliamo presto perché abbiamo dormito con le finestre aperte e stamattina inevitabilmente la luce ci ha svegliato, ma poi siamo stati a poltrire a letto ancora un po'. Abbiamo fatto pulizie in camper ed il bucato. Alle 14.00 ci siamo preparati per il giro, con noi c'è una ragazza argentina che alloggia nell'hotel del campeggio e un ragazzo turco. Per fortuna il cielo è un po' coperto e non fa un caldo insopportabile perché nel pulmino non c'è aria condizionata. La prima sosta avviene dopo una ventina di minuti, a circa 10 km da Katha, dove c’è il Karakus Tepesi, un tumulo sepolcrale in memoria della famiglia reale di Commagene; di cui sono ancora visibili quattro colonne di cui le due anteriori sormontate da un bassorilievo e da un’aquila bicefala, le posteriori sono le uniche rimaste fra quelle che circondavano il tumulo. Successivamente ci fermiamo sulle sponde di un ramo dell'Eufrate, dove i turchi fanno spiaggia e dove c'è un grande ponte romano eretto da Settimo Severo, molto ben conservato. Ripreso il tour ci fermiamo a vedere i resti del castello della vecchia Katha, in effetti vediamo poco perché è tutto ponteggiato per restauri. La tappa successiva invece è interessante poiché visitiamo i resti di un'antica capitale greco-romana del regno di Commagene del 1° secolo a.C. , Arsameia; saliamo a piedi lungo un sentiero per circa un quarto d'ora e vediamo tre stele con iscrizioni greche e statue raffiguranti divinità, poco più su, arrivati in cima, ci sono due grandi statue bellissime ed un muro ricoperto di iscrizioni che sembrano appena fatte dove si apre l’entrata ad un tunnel che portava all’acropoli. Intanto si fanno le 18.00 circa e ci avviamo verso la meta più importante: il Nemrut Dagi, il monte più alto della Mesopotamia (2150 m.), sulla sua sommità c’è la tomba santuario del re Antioco I di Commagene (I° secolo a.C.), un tumulo di pietra frantumata di 150 m di diametro per un'altezza di 50 m. con alla base due terrazze con altari e statue gigantesche che a causa del trascorrere del tempo e di, terremoti sono state decapitate e le teste sistemate intorno all'incredibile tumulo. Saliamo fino a metri 1950 con il mezzo, attraverso una strada a pedaggio (8 lire a testa, per noi è compreso nel pacchetto viaggio), poi i restanti duecento metri di dislivello a piedi ed arriviamo in cima, dove le due terrazze ci lasciano a bocca aperta per la grandezza delle statue, alcune di queste teste, più grandi di un uomo, sono dei veri capolavori di cesello; con la luce del tramonto le statue assumono una colorazione rosastra che fa risaltare ancora di più i particolari. Attendiamo che il sole tramonti completamente e poi torniamo alla base. Alle 21.15 siamo al campeggio, un po' stanchi ma felici che le nostre aspettative siano state confermate dalla bellezza del luogo. La maestosità delle sculture, la calda luce soffusa del tramonto e l’ampiezza del panorama circostante si fondono creando una scenario indimenticabile, l’unico cruccio è di non essere soli davanti a tanto splendore poiché il sito è meta di molti viaggi organizzati e non.
Per chi non volesse appoggiarsi ad un tour è possibile salire al Nemrut Dagi col camper prendendo la strada diretta che parte da Khata (una cinquantina di chilometri di strada stretta e con pendenza anche dell'11%) e arriva ad uno slargo molto pendente dove si lasciano tutti mezzi; stanno costruendo un locale con parcheggio poco più sotto, ma anche questo è molto in pendenza. Di fronte all’entrata del hotel-camping c’è un supermercato aperto tutta la notte, dove andiamo a fare un po’ di spesa prima di cena. Domani si parte per un'altra meta: il lago Van.

Chilometri percorsi 0

 

Gallerie fotografiche

 

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